sabato sono uscito in bici.
la strada bagnata, il cielo cosparso di nuvole, l'odore della pioggia ancora nell'aria.
il freddo pungeva, penetrava attraverso il giubbotto e ti paralizzava.
si faceva persino fatica a pedalare, andavo avanti solo con la prospettiva della meta.
ma solo in quel momento, in apparenza così opprimente, ho realizzato una cosa stupenda.
io procedevo per la mia strada, tra le vie del centro, e potevo nettamente percepire tutto ciò che mi stava attorno; carpivo le immagini, gli odori, i pensieri della gente, le emozioni.
mi era possibile immaginare tutto, tranne i suoni.
la città non aveva suoni.
non si sentiva niente: nessuno sfrecciare di macchine, nessun pianto di bambino, nessun discorso tra le persone, niente di niente.
ed era stupendo.
era come essere sospesi in un mondo incantato, era come se non volessi sentire niente.
perchè le macchine poi sono passate, ma anche quando erano a due metri da me non potevo scorgerne il rumore.
ravenna è una città senza audio.
come se spegni l'mp3 (già, non ho un iPod) e ci metti un po' a riprendere contatto con la realtà.
si sentiva un fischio che sibilava nelle orecchie.
questo fischio mi ricordava che in fondo tutto questo non era vero, o quantomeno non poteva durare a lungo.
è stata dura ma ho dovuto accettarlo, prima o poi sarebbe finito.
e per questo mi son goduto questo momento fino in fondo.
e sono stati dieci minuti stupendi.
fino ad arrivare in via canale molinetto; lì le macchine non puoi far finta di non sentirle. non puoi permetterti di non sentirle.
ancora però, girando per il centro, cerco fortemente questa sensazione.
mi muovo cercando di non sentire, di tenere lontano ciò che non voglio sentire.
ma è difficile.
per chiudere adeguatamente questi pensieri elevati, si sappia che stavo andando a giocare a Jackass: The Game
written while listening to: Tre Allegri Ragazzi Morti
martedì 11 dicembre 2007
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